“Il surf incarna, sotto le spoglie di uno sport da spiaggia, uno stile di vita altro che, partito dalle lontane coste californiane, contagia ormai da molti anni i ragazzi di ogni angolo del pianeta. E’ un modo per vivere in un altro mondo, lontano dalle convenzioni della vita standardizzata dell’universo globale.” Alex Knost, per quanto mi riguarda, ne è uno dei migliori rappresentanti. Anticonformista e surfer dallo stile inimitabile, completamente immerso nella sottocultura degli anni ’60 e ’70 ed avulso dai classici circuiti internazionali. Pittore, fotografo, musicista ( Japanese Motors, Tomorrows Tulips), designer: nel 2011, dopo un anno impiegato nella sperimentazione di nuovi shape da lui stesso realizzati, ha fondato la Brown Microwave Television ( outdated or often disregarded surfboard!!). E’ stato uno dei controversi leader dei DIY, un movimento surf-hipster emerso nei primi anni della passata decade nel sud della California. Nato e cresciuto a Costa Mesa ( CA), ha cominciato a praticare il surf con il padre all’età di dieci anni, dal quale è stato profondamente influenzato. Il giornalista Joel Patterson, a proposito del suo stile, a metà strada tra il casuale ed il frenetico ha dichiarato: “ se il noseriding di Joel Tudor è come uno Stradivari nelle sapienti mani di un maestro, quello di Alex Knost è più simile ad una Fender Stratocaster che viene fracassata su un amplificatore!”. Molto è stato detto su di lui, non sempre in termini positivi. La sua naturalezza ed il suo talento gli hanno permesso di partecipare a più di una dozzina di surf movie e di rappresentare diversi brand, tra i più importanti. Lo scrittore Lewis Samuels, al riguardo, non è stato molto gentile: “il personaggio pubblico Alex Knost ha di gran lunga superato il suo talento, con un largo margine.” Controverso o meno, molti altri lo hanno accolto come un tonico per la troppo seria ed ipercompetiva scena mondiale, e come tale è diventato uno dei surfer più influenti ed ammirati degli ultimi anni. God bless you Alex!
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